La Geron blocca la prima sperimentazione clinica con le embrionali. Il motivo? Costa troppo. Che la crisi rischi di colpire anche la ricerca biomedica?
La crisi ecominica mondiale non lascia indenne la ricerca nel campo delle staminali. L’azienda biofarmaceutica californiana Geron, infatti, ha deciso di bloccare la ricerca con relativa sperimentazione clinica nel campo delle cellule staminali embrionali per mancanza di fondi. L’annuncio ha fatto in poche ore il giro del mondo perché l’azienda americana era stata la prima ad avere ottenuto l’autorizzazione dalla Food and Drug Administration (Fda), (l’ente regolatorio che approva i trial clinici per l’immissione in commercio di farmaci e terapie negli Stati Uniti) per iniziare la sperimentazione su uomo di cellule staminali embrionali a scopo terapeutico su pazienti con danni al midollo spinale. La decisione dell’Fda era stata accolta con grande clamore dal mondo scientifico e dai pazienti in cerca di cure promettenti dal nuovo fronte delle staminali, ma aveva sollevato anche timori di tipo etico che accompagnano da sempre la ricerca e l’utilizzo di questo tipo particolare di cellule: in quanto estratte da tessuti embrionali umani comportano l’ utilizzo e la distruzione di embrioni umani. E proprio per questo motivo l’Unione europea ha recentemente vietato i brevetti terapeutici a partire dalle embrionali.
L’ approvazione del trial risale al 2009, anche se, appena iniziato, l’ iter aveva subito un primo stop a causa di danni ritrovati in fase pre-clinica (insorgenza di cisti nei topi utilizzati come cavie). Dopo un’evoluzione della metodica di produzione e purificazione delle staminali, il trial in fase I aveva ripreso il suo corso, mirando a testare la non tossicità della terapia. Reclutando un piccolo numero di pazienti con lesioni gravi al midollo spinale, l’obiettivo era capire se le cellule staminali impiantate comportassero una risposta tossica nell’organismo ricevente. Ora il blocco del trial, importante soprattutto da un punto di vista simbolico, apre il quesito su che tipo di impatto economico sulla ricerca in questo settore potrà avere questa notizia.
La prima ipotesi è che eventuali finanziatori e compagnie farmaceutiche disponibili a investire nel campo delle staminali embrionali possano fare marcia indietro a fronte del blocco repentino, prima del reperimento dei dati clinici, da parte della Geron, che molto aveva puntato su ricerche di questo tipo. Oppure, lo scenario potrebbe essere molto diverso. Infatti, da una parte la notizia della Geron era un annuncio atteso per chi opera nel campo, come suggerisce Fulvio Mavilio, professore di Biologia molecolare presso l’università di Modena e Reggio Emilia: “ Già da qualche mese si sapeva che la Geron avrebbe sospeso gli investimenti e di fatto la comunicazione di questi giorni cambia poco o nulla lo scenario”.
Dall’altra, l’effetto potrebbe invece fungere da stimolo al settore, come commenta Alessandro Sidoli, presidente di Assobiotec (Associazione nazionale per lo sviluppo delle biotecnologie, all’interno di Federchimica): ” Paradossalmente da una decisione di questo tipo potranno nascere opportunità per altre imprese che operavano su queste stesse linee di ricerca. Non c’è infatti motivo di ritenere che la decisione della Geron debba influenzare negativamente tutta la ricerca in questi ambiti. La vera ragione risiede nel fatto che, in questo momento di scarse risorse finanziarie, Geron ha deciso di concentrarsi nei due programmi più avanzati in campo oncologico, e di valorizzare quanto fatto finora nel settore delle cellule staminali embrionali mediante la ricerca di partner a cui dare in licenza questi programmi“.
Indubbiamente il problema costi nel campo della sperimentazione clinica con uso di cellule staminali, che siano adulte o embrionali, è molto alto, così come lo è nello studio di nuove terapie. “ Il costo medio per portare un prodotto, dalla fase di ricerca alla commercializzazione è di circa un milione di dollari, considerando che il tasso di insuccesso nelle varie fasi (ricerca, sviluppo pre-clinico e clinico) è elevatissimo. Ma d’altronde, fare ricerca di punta significa anche intraprendere programmi ad alto rischio ed elevata incertezza scientifica”, continua Sidoli. L’incertezza scientifica dei risultati a breve termine dall’uso terapeutico di staminali embrionali sembra essere uno dei fattori caratterizzanti di questo tipo di studio, come aggiunge Mavilio: “ Le embrionali a oggi sono un eccellente tool per la ricerca speculativa, ma nel campo terapeutico ci vorrà ancora molto tempo prima di avere risultati concreti, soprattutto perché il potenziale tumorigenico e trasformante di queste cellule è ancora troppo poco gestibile perché possano essere usate su pazienti”.
La strada per capire come usare bene queste cellule non può quindi che venire da ulteriore ricerca nel campo. “ Ma non possiamo aspettare che lo facciano le aziende, che hanno come priorità un riscontro a breve termine dei fondi investiti. Su questi campi, che necessitano lunghi studi, sono i governi, come quello americano, che scommettono molto”, aggiunge ancora Mavilio. Ma se il problema degli allocamenti di fondi per la ricerca tocca le aziende, a maggior ragione coinvolge gli Stati. “ Se poi le risorse finanziare su questi programmi vengono erogate in modo alterno, come si è visto negli Usa nelle amministrazioni Bush e Obama, a causa di considerazioni etiche, la produttività della ricerca ne risente grandemente“, conclude Sidoli.
Fonte: http://daily.wired.it/news/scienza/2011/11/18/geron-fondi-ricerca-cellule-staminali-65441.html